Problemi psicologici: riconoscere il disagio, iniziare a prendersi cura di sé
Ansia, attacchi di panico, depressione, lutti difficili da elaborare, disturbi del comportamento alimentare o problemi legati alla sfera affettiva e sessuale: sono solo alcune delle esperienze di sofferenza che, a diversi livelli, possono segnare profondamente la vita quotidiana e le relazioni.
Spesso questi disagi emergono in modo sottile, ma finiscono per condizionare pensieri, emozioni, comportamenti e decisioni. È importante sapere che non sei solo: chiedere aiuto è un atto di forza e consapevolezza, non un segno di debolezza.
Attraverso il lavoro psicoterapeutico, è possibile dare un nome alla propria sofferenza, comprenderne le cause e imparare a gestirla in modo efficace. In questa sezione trovi articoli dedicati a:
Disturbi d' Ansia

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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29 ottobre 2020
Nel video illustro il mio modo di lavorare con la psicoterapia per aiutare le persone che hanno disturbi d’ansia. Come si distingue la “paura sana“ da quella patologica; che cos’è la “reazione di evitamento” e come influisce negativamente nella qualità della vita delle persone con disturbi d’ansia; quali obiettivi utili si possono raggiungere nelle prime […]
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Autore: Maria Luisa Gargiulo
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25 settembre 2020
Ansia e stress nell’affrontare i cambiamenti di vita: parliamone insieme In molti casi la prima cosa di cui ci si accorge è un senso di ansia profonda e di scollamento tra sè e le situazioni. Quando la vita cambia attorno a noi, e non ci sentiamo veramente pronti ad affrontare alcune novità, malgrado l’intenzione di […]
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Attacchi di Panico

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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22 agosto 2020
Cos’è la reazione di evitamento che si sviluppa in risposta agli attacchi di panico A volte la persona che soffre di attacchi di panico, nell’intento di proteggersi mette in atto alcune azioni che inizialmente la aiutano, ma che con il tempo finiscono con aggravare la situazione. Si tratta di un circolo vizioso composto da alcune […]
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Autore: Maria Luisa Gargiulo
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5 agosto 2020
Un attacco di panico può essere confuso con una malattia fisica Spesso le persone che mi contattano per essere aiutate con la psicoterapia degli attacchi di panico, hanno avuto il dubbio che ciò che gli era accaduto fosse o meno un attacco di panico. Questo è molto frequente perché le sensazioni fisiche che si provano […]

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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22 luglio 2020
Il panico è una particolare reazione psicofisica, caratterizzata da ansia , allarme, agitazione ed alcune sensazioni fisiche. Talvolta un attacco di panico è accompagnato da pensieri particolari e da una profonda sensazione di insicurezza e pericolo. La reazione di panico è un problema molto diffuso, che può presentarsi in numerose condizioni e disagi psicologici come l’agorafobia ed in generale molti problemi d’ansia , in alcuni tipi di depressione , nella dipendenza affettiva, in alcuni disturbi del comportamento alimentare, e nei disturbi post traumatici.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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25 luglio 2019
Ansia e paure sono utili, quando aiutano a concentrare le nostre risorse e ci predispongono ad affrontare meglio i pericoli. Quindi la paura è utile alla sopravvivenza, quando ci segnala un possibile rischio e ci prepara per fronteggiarlo. Invece il problema nasce quando le reazioni sono così intense e frequenti, da condizionare negativamente la vita della persona, tanto da farle rinunciare a molte cose positive, tenendola in uno stato di tensione e spavento.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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13 settembre 2017
Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti. La persona si sente minacciata perché prova sensazioni spaventose, in genere almeno quattro tra le seguenti 13 sensazioni più ricorrenti: Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia. Sudorazione. Tremori fini o a grandi scosse. Affanno o sensazione di soffocamento. Sensazione di asfissia. Dolore o fastidio al petto. Nausea o disturbi addominali. vertigine, “testa leggera” o senso di svenimento. Brividi o vampate di calore. Sensazioni di torpore o di formicolio. Sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”. Paura di morire.
Depressione

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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6 marzo 2018
E’ UNA MALATTIA nascosta. A volte ignorata. La depressione viene diagnosticata molto tardi rispetto al suo esordio, e la persona perde tempo prezioso per riacquisire salute, pagando un costo alto anche da un punto di vista sociale, familiare e lavorativo. Esistono alcuni tipici segni che possiamo notare per capire se abbiamo bisogno di aiuto e di consultare uno specialista.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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31 gennaio 2018
Recenti studi concordano sul fatto che lo stile di vita influisca molto come fattore protettivo, tanto che un suo deterioramento diviene un importante fattore di rischio. Fortunatamente una maggiore aspettativa di vita determina una vecchiaia sempre più lunga. Le persone possono giovarsi di alcuni anni di relativa buona salute, grazie alla possibilità di curare alcune malattie croniche. In questo periodo il lavoro lascia il posto alla pensione, con un abbandono del ruolo sociale ricoperto precedentemente. Spesso si diradano le relazioni. I figli, ormai grandi, lasciano la casa o vi restano ma possono essere fonte di preoccupazione relativa alla precarietà del lavoro o delle condizioni familiari. Così la persona anziana si trova a fronteggiare difficoltà quotidiane di tipo economico, affettivo, sociale e anche di salute generale. Questo deterioramento dello stile di vita può determinare una maggiore fragilità, specie in persone con una vulnerabilità psicologica alla depressione .

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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6 marzo 2017
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) entro il 2030 la depressione sarà la malattia cronica più diffusa. Essa è in crescita nella popolazione mondiale, rappresentando uno dei principali problemi di salute pubblica, con un costo totale pari a 800 miliardi di dollari e con circa il 56% dei pazienti che non ricevono un trattamento adeguato. Questa condizione costituisce la principale sfida per la salute globale del XXI secolo. Anche in Italia è in aumento la sua incidenza e prevalenza. Questa patologia è un disturbo dell’umore a elevata comorbidità, cioè si associa ad altri disagi, e globalmente rappresenta una delle principali cause d’invalidità temporanea e permanente. In italia Sono quasi 4.500.000 le persone depresse, le donne, il doppio degli uomini. Ma come mai le persone depresse sono in aumento? Non vi è una risposta univoca a questa domanda. Come molti fenomeni sociali, vi sono molte possibili cause associate tra loro. Considerando il fenomeno da un punto di vista socioeconomico, sembra che vi sia un collegamento tra l’aumento della depressione e la crisi che dal 2008 ha attraversato l’Europa. Difatti anche Paesi come Irlanda e Spagna hanno avuto un incremento di casi di depressione.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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6 marzo 2017
Molti eventi stressanti possono essere affrontati solo se la persona trova soluzioni concrete, ma anche se riesce a modificare il proprio approccio emotivo e cognitivo, il significato ed il valore delle proprie azioni e, più in generale, di riorganizzare se stessa . questa capacità si chiama resilienza. Questo sforzo personale è spesso faticoso. qualche volta comporta lievi reazioni di disagio fino a veri e propri disturbi. La sensazione di disagio ed inadeguatezza nell’approcciare le situazioni può essere netta oppure ci si può trovare stanchi , deconcentrati e emotivamente abbattuti , senza sentire un collegamento con gli eventi accaduti .
Disturbi del comportamento alimentare

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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5 giugno 2020
La Pandemia, come ogni altra fonte di incertezza collettiva e correlata a cambiamenti, spesso inconsci, del comportamento verso il cibo, portando spesso una ansia verso l’accaparramento di cibo cui abbiamo assistito specialmente nelle prime tre settimane della fase uno. Dal punto di vista statistico i primi dati a disposizione indicano un incremento ponderale medio di 2 kg nella popolazione italiana. Nelle persone più sensibili questo ha determinato un eccesso ponderale ed una diminuzione del controllo del comportamento, con un aumento dell’impulsività alimentare. Secondo una valutazione della Coldiretti, nei mesi di marzo e aprile 2020 il consumo di cibo medio sarebbe aumentato del 18 percento. Dobbiamo prendere questo dato con una certa cautela, senza dare ai numeri un valore assoluto, ma tutto ci indica comunque una tendenza significativa in questa direzione. Dal punto di vista psicologico dobbiamo ricordare che vi è un effetto antiansia dei carboidrati e che quindi la preferenza di alcuni cibi può anche essere spiegata dal vantaggio psicologico che alcune persone ne hanno tratto, spesso senza saperlo, nei momenti piu critici.. Le reazioni che nella comunità professionale abbiamo rilevato sono state del tutto personali, molto variabili, ma sempre con una accentuazione delle strategie che la persona usa mettere in atto quando non è tranquilla, quindi con un possibile aumento della tendenza verso la restrizione alimentare oppure, nel verso opposto verso una più frequente perdita di controllo e aumento dell’impulsività . Alcune persone riferiscono di aver provato un senso di vuoto (noia o fame psicologica, una sorta di vuoto emotivo). L’isolamento e la mancanza di un supporto psicologico sociale, a volte ha funzionato come fattore scatenante in alcune persone che precedentemente non presentavano un vero e proprio disturbo ma erano in una condizione al limite (situazione subclinica) . Altri che avevano raggiunto un certo equilibrio hanno avuto una ricaduta.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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18 luglio 2019
L’anoressia e la bulimia si possono curare con la psicoterapia. Anoressia e bulimia sono i disturbi del comportamento alimentare più conosciuti. Con il cambiamento delle abitudini sociali, l’anoressia si sta manifestando in forme nuove rispetto a pochi anni fa.
Superamento del lutto

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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5 marzo 2018
La psicoterapia del lutto La psicoterapia del lutto non cancella i ricordi, gli insegnamenti, le esperienze ed il valore della persona deceduta. Lo psicoterapeuta competente è rispettoso dei sentimenti provati, aiuta il paziente a comprendere le proprie reazioni, anche in base al tipo di relazione e al ruolo che la persona morta ricopriva . Lo psicologo aiuta a gestire i pensieri intrusivi e gli interrogativi irrisolti, i dubbi, i sentimenti e lo stress psicofisico connesso alla reazione di perdita. Aiuta la persona a trovare un diverso equilibrio, più funzionale alla nuova situazione reale, liberando risorse ed energie per il raggiungimento di un nuovo equilibrio di vita. Ecco le cinque situazioni che ci indicano che la persona potrebbe aver bisogno di aiuto o di un orientamento. Quando la persona che ha subito un lutto, a distanza di molto tempo, riscontra alcuni disagi che interferiscono significativamente con la qualità della propria vita (angoscia e paura dei cambiamenti, umore altalenante, apatia, disturbi del sonno o della alimentazione, iperattività, ricordi e pensieri che ripetutamente si inseriscono nei ragionamenti e nelle attività quotidiane). Quando la persona che ha subito un lutto ha assistito, ha preso parte o ha dovuto soccorrere, ed è stata esposta a eventi di morte violenta, inaspettata, o comunque con aspetti traumatici. Quando la persona che ha subito un lutto aveva precedentemente sofferto di disagi di tipo psicologico che non erano stati completamente risolti. Quando la persona che ha subito un lutto si trova in una situazione di carenza di relazioni positive e persone che possono sostenerla. Quando la persona che ha subito un lutto si trova contemporaneamente a fronteggiare altri eventi emotivamente impegnativi o comunque stressanti, nello stesso periodo in periodi ravvicinati a quello della perdita. Ciascuno di questi elementi, anche presenti singolarmente, potrebbe rappresentare un fattore di maggiore vulnerabilità, e indica che la persona ha bisogno di essere affiancata per vivere in modo adattivo il proprio lutto.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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2 febbraio 2018
La reazione alla perdita di una persona significativa, varia da persona a persona. Si tratta di una serie di emozioni, stati mentali, comportamenti e pensieri che si caratterizzano per essere genericamente piuttosto lunghi. Vi è comunque una successione di varie fasi che portano a quella che si chiama gergalmente l’elaborazione del lutto. Esistono vari stadi che caratterizzano il cordoglio : nelle prime settimane talvolta si assiste ad una reazione di iperattivazione, o la persona si sente quasi imbambolata, e si ritrova in alcuni casi ad affrontare compiti gravosi, con una certa forza, quasi come se non si rendesse conto esattamente di ciò che sta facendo. Nei loro racconti, molte persone riferiscono che non avrebbero mai immaginato di riuscire a sostenere la situazione, come hanno fatto immediatamente prima e nei giorni successivi alla morte della persona. Col passare del tempo, si percepisce più pienamente la mancanza del congiunto, e si provano emozioni di desolazione, rabbia, ansia, tristezza e struggimento. La mancanza della persona attiva di ”sistema di attaccamento” che questo comporterà reazioni diverse (ricerca spasmodica, evitamento, rassicurazione verso gli altri, oppure allarme fino al panico) secondo il modello operativo che la persona ha acquisito e che attiva quando si sente sola e abbandonata. In alcune fasi del cordoglio, si ha bisogno di ricordare episodi specifici connessi alla persona deceduta, si cerca il contatto con oggetti, luoghi, attività che ci ricordano il congiunto. Alcune persone trovano conforto nella condivisione con altri di questi ricordi e nel prendersi cura di cose, attività e interessi che appartenevano alla persona morta. La tristezza, la solitudine ed il dolore collegati alla percezione della mancanza, caratterizzano una possibile fase depressiva. Essa, entro alcuni limiti è perfettamente normale e spesso necessaria per la riorganizzazione dell’individuo, che deve fare i conti con una vita futura in cui la persona morta non ci sarà. Il sostegno familiare, le risorse spirituali, la capacità di adattamento della persona stessa, possono concorrere a creare un nuovo equilibrio, in cui la persona perduta non è cancellata, ma la perdita viene elaborata all’interno di un nuovo sistema di equilibrio del sopravvissuto. In alcuni casi, invece, la persona che ha subito un lutto, resta tantissimi anni in una delle fasi precedenti. Si assiste quindi ad un blocco di questo lento processo di reazione.

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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31 gennaio 2018
Susanna ha perso il figlio e da quel giorno la sua vita non è più la stessa. Ancora dopo molti anni, prova un’inquietudine costante e qualsiasi cosa faccia, sente un dolore di sottofondo che non l’abbandona mai. Alterna periodi di fame, con altri in cui non mangia. Si ritrova a passare delle ore imbambolata in cucina, o seduta sul letto di quella che era stata la cameretta del suo ragazzo.
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Disturbi della sessualità

Autore: Maria Luisa Gargiulo
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6 marzo 2017
Vaginismo, quando il desiderio è frustrato dal dolore L’universo femminile delle reazioni, delle emozioni e delle problematiche legate al mondo sessuale a volte è costellato da problematiche delle quali qualche volta ci si vergogna, oppure che risulta imbarazzante affrontare.