Testimonianze e esperienze

testimonianze psicoterapia a Roma

Le parole di chi si è affidato a me

Nel corso degli anni ho avuto il privilegio di accompagnare molte persone in percorsi di psicoterapia e sostegno psicologico, sia in presenza, nel mio studio di Roma, sia attraverso la psicoterapia online.  In questa pagina ho raccolto alcune testimonianze spontanee lasciate da chi ha voluto condividere la propria esperienza. Le loro parole non sono solo fonte di gratitudine per me, ma possono anche aiutarti a capire cosa aspettarti da un percorso psicologico, come si sviluppa la relazione terapeutica e quali cambiamenti può generare un lavoro profondo su di sé.

Superare il Trauma con la Psicoterapia
Autore: Maria Luisa Gargiulo 14 gennaio 2021
Per la mia attività lavorativa, ho conoscenze relative alla psicologia e frequento, sia professionalmente che nell’ambito delle mie amicizie, psicologi e psicoterapeuti. Avevo sentito parlare dell’E.M.D.R. da loro ma anche da qualche amico che ne aveva tratto benefici rispetto a traumi della vita passata che ancora causavano loro problemi nel presente. Ero dunque abbastanza incuriosita. […] L'articolo La mia esperienza con l’EMDR per superare un trauma sembra essere il primo su Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo.
Una donna è seduta su un divano con la testa tra le mani e una mano tesa per aiutarla.
Autore: Maria Luisa Gargiulo 24 agosto 2020
Il mio nome è un altro ma qui mi chiamerò Paola. Vivevo male la relazione con il mio partner. Ero incerta se contattare uno psicologo poi ho letto gli scritti e ho guardato i video della dottoressa Gargiulo e mi sono decisa. Adesso sono contenta di aver preso coraggio, e sto lavorando con lei per […] L'articolo Avevo una dipendenza affettiva ora sono una persona più forte sembra essere il primo su Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo.
Un uomo e due ragazze stanno giocando su un divano.
Autore: Maria Luisa Gargiulo 20 aprile 2020
A fine ottobre del 2019 ci siamo rivolti alla dottoressa Gargiulo perché nostra figlia non riusciva ad entrare in classe già a partire dalla seconda settimana di scuola a settembre. Tutte le mattine erano un inferno. Francesca piangeva, diceva che le maestre erano cattive, poi quando riuscivamo a portarla a scuola, al ritorno invece ci diceva che era stata bene aveva chiacchierato coi compagni ed era stata con delle maestre simpatiche. Eravamo veramente confusi su quello che stava succedendo e sul da farsi. Con il passare dei giorni la situazione diventava sempre più difficile finché uno di noi non è dovuto rimanere a casa perché lei si rifiutava proprio di uscire dalla porta dopo la quarta settimana, non si riusciva neanche più ad andare a letto tranquilli perché nostra figlia già dalla sera prima iniziava a farci promettere che la mattina dopo non sarebbe andata a scuola. Se non lo facevamo non si addormentava. Quando abbiamo telefonato temevamo che la dottoressa dovesse sottoporre Francesca ad una valutazione, magari dei test o qualcosa di simile e da una parte speravamo in questo, dall’altra ci dava pensiero l’idea. Ma invece le cose sono andate tutte in un altro modo. Nel primo colloquio di noi genitori con la dottoressa abbiamo spiegato bene quello che stava succedendo, poi ci ha chiesto della relazione con la bambina, della storia familiare, degli eventi recentemente accaduti oltre che naturalmente di Francesca. La dottoressa ha voluto approfondire e comprendere con noi molti aspetti che non avevamo considerato prima. E dopo averci spiegato che cos’è l’ansia da separazione, ci ha proposto il parent training .
A woman is sitting on the floor with her legs crossed and her head in her hands.
Autore: Maria Luisa Gargiulo 21 ottobre 2019
Sono uscita da una situazione difficile Invito alla riflessione di avvalersi di un sostegno alle persone che come me ,se pur coscienti di trovarsi in situazioni che causano malessere e profonda tristezza ,non sono in grado di uscirne. Mi ero resa conto che da sola non ce la facevo, continuavo a stare male e così ho voluto provare ad affidarmi a una persona competente, avevo bisogno di confidarmi e confrontarmi. Così in poche sedute ho fatto mio un concetto, un tassello che mi ha dato il là, ho preso consapevolezza. Ed ora ,con piccoli cambiamenti che stupiscono me per prima, costruisco basi per una vita migliore.
Una donna è seduta sul davanzale di una finestra.
Autore: Maria Luisa Gargiulo 21 ottobre 2019
L’idea di approcciarmi alla psicoterapia è nata la prima volta durante l’età giovanile, post adolescenziale, allorquando nascono i primi dissidi interiori e ciascuno di noi si pone delle domande alle quali forse si potrebbe dare una risposta, solo scavando interiormente e ripercorrendo la strada a ritroso fino ai primi albori della propria vita. Tuttavia nonostante ci abbia pensato più volte e nonostante la necessità di comprendere i motivi della mia ansia, ho dato priorità ad altre cose, cercando di superare tutto con le mie forze. Purtroppo quando gli eventi della vita nefasti cominciano a susseguirsi, nonostante si cerchi di essere forti, ci si rende conto che da soli non sempre è possibile farcela. A 44 anni, dopo un grave lutto famigliare che, oltre me, colpiva in primis persone che amavo, mi sono resa conto che per poter essere d’aiuto, avevo io stessa bisogno di aiuto e da qui ho deciso di rivolgermi ad una psicoterapeuta. L”intento iniziale era appunto quello di avere un supporto per superare l”ennesimo evento difficile e per poter essere io stessa d’aiuto ai miei cari, tuttavia man mano che le sedute si susseguivano, capivo delle cose di me che non avevo mai capito e mi rendevo conto che per poter aiutare gli altri, dovevo prima capire ed aiutare me stessa. La mia personale esperienza mi ha fatto rendere conto che nessun terapeuta ha la bacchetta magica per risolvere i nostri conflitti, un buon terapeuta ti aiuta a capire te stesso, non fornendo soluzioni, ma spunti di riflessioni attraverso i quali poter provare empiricamente se affrontando le cose da un punto di vista piuttosto che da un’altro, le cose possono andare meglio. Io ho ritrovato una discreta serenità, ho imparato ad accettarmi per quella che sono, a vedere i miei errori in maniera meno severa e ora sto lavorando per riuscire ad assolvermi su molte cose. Capirsi a mio avviso è l’unica strada per affrontare meglio la vita e i problemi e da soli non ci possiamo riuscire perché abbiamo un solo punto di vista, il nostro!
Donna con depressione post-partum
Autore: Maria Luisa Gargiulo 10 luglio 2019
Mentre scrivo, Andrea ha 14 mesi. Io mi commuovo a guardarlo ridere e giocare, e ogni mia cellula è innamorata pazza di questo bambino bellissimo. Ma non è stato sempre così. Ho avuto un parto difficile . Ogni parto credo che lo sia, il mio mi ha lasciato addosso un terrore e un senso di profonda violazione del mio corpo. Dopo tanti mesi ne parlo ancora con riluttanza. Quando siamo tornati a casa avevo paura di ogni cosa. Mi sentivo profondamente inadeguata al mio nuovo status di madre. Andrea era così piccolo e indifeso e per giorni mi hanno fatto credere che fosse a rischio sotto peso e che il mio scopo principale era farlo ingrassare. Naturalmente nutrirlo era uno dei miei compiti, legato a un’altra battaglia persa: l’allattamento al seno. Oggi so che questa cosa per noi non funzionava, e non c’è nulla di cui vergognarsi. Andrea non ha mai perso peso ed è un bambino vispo e intelligente, con un corpicino forte e muscoloso. Ma non è stato il latte, o il parto, o la totale incapacità ad addormentarmi, o forse è stato tutto questo e tanto altro messo insieme a farmi stare male fino ad alternare momenti di euforia a rabbia, paura e tristezza, nonostante il conforto di un marito presente e innamorato. Quello che è successo a me accade a tante donne con una storia diversa dalla mia, eppure da nessuna delle mie amiche avevo mai sentito parlare di un’esperienza simile, tutte guardavano e accarezzavano il mio pancione e tacevano qualcosa che soltanto dopo mi hanno confessato: il post partum è stato anche per loro un momento estremamente difficile. Non voglio tacere io come loro. Ricordo il confondersi dei giorni e delle notti, il tentativo di tenere il controllo, lo schedule delle routine andare rapidamente a rotoli, e soprattutto ricordo la paura di ogni cosa, di non riuscire a calmare il mio piccolo, di far parte di un film in cui qualcuno stava monitorando la mia vita per giudicare se fossi in grado. Ho sempre saputo di stare troppo male, e questa consapevolezza mi ha salvato Ho chiesto aiuto a mio marito, alla psicoterapia , a mia madre, alle mie amiche. “Non mi abbandonate, statemi vicine “ .. “ Che cosa vuoi, Emiliana?” Mi chiese la dottoressa. “ Voglio stare bene ’ ” ” e allora ti aiuteremo a stare bene” . I miei genitori non mi riconoscevano. Ho dovuto impegnarmi seriamente a stare meglio . Ho tentennato qualche volta? Sì. Ma avevo un obiettivo: stare bene: per me, per Andrea, per la mia famiglia e per le amiche che mi sono state accanto. E ci sono riuscita, in un tempo relativamente breve. Ho ripreso a dormire. E ho riscoperto in me una mamma affettuosa e dolce, pronta a commuoversi mentre Andrea si addormenta, felice di crescere un bimbo sereno e sano. Quello che mi è capitato non si dimentica. Non me ne vergogno perché so che non è frutto di una mia mancanza o incapacità. A tutte le mamme che ci sono passate o che ci passeranno ho solo una cosa da dire. Chiedete aiuto! Lasciate che vi aiutino a tornare voi stesse. E tutto il resto è parte di una favola meravigliosa che è quella di essere madre.
Esperienza positiva con la dottoressa Gargiulo
Autore: Maria Luisa Gargiulo 23 giugno 2019
Tanto tempo fa in seguito a varie situazioni familiari stressanti mi è stato consigliato di andare da uno psicologo . Devo dire che a quel tempo andavo da lui come fosse una medicina che non mi andava giù e dopo diverso tempo ho deciso di mollare. Mi sono trovata diverse volte a disagio per alcune situazioni spiacevoli e mi sono trovata a lottare contro l’ ansia e in seguito anche con attacchi di panico . Facendo una ricerca mi sono trovata ad ascoltare diverse interviste della dottoressa Gargiulo e sono stata piacevolmente catturata dal suo modo di fare. È stato un percorso fatto da lei che mi ha aiutato a vedere la figura dello psicologo come un aiuto importantissimo per non buttare altra rabbia dentro me, quella rabbia che intossica . Con lei ho fatto un piacevole percorso e non vedevo l’ora di arrivare al nostro appuntamento. La dottoressa Maria Luisa Gargiulo ha dato luce a tanti aspetti della mia vita che non riuscivo più a vedere.
Una donna è inginocchiata sotto un tavolo con la testa tra le mani
Autore: Maria Luisa Gargiulo 20 febbraio 2001
A seguito del terremoto del 2016 , che si sono avvertiti anche a Roma, sono stata presa da attacchi di panico , non riuscivo più a stare in casa da sola. Benchè razionalmente mi rendessi perfettamente conto che la mia casa era sicura e che non avrei avuto nulla da temere . L’idea di rientrare a casa mi terrorizzava. Stavo stravolgendo e mandando all’aria la mia esistenza. Ho tentato di reagire da sola, ma non ce la facevo. Avevo bisogno di aiuto, ma un aiuto dato nella maniera giusta. Così ho deciso di rivolgermi ad uno psicoterapeuta qualificato perchè era assolutamente necessario risolvere questo mio problema visto che vivo da sola, e sono portatrice di handicap . Durante i colloqui sono venute fuori delle mie insicurezze e paure, in parte legate alla presenza dell’handicap, in parte a prescindere da questo. Le sedute non erano frequenti e la terapia è andata avanti per poco meno di un anno, sia perchè le mie reazioni sono state ottime, sia perchè la professionalità della psicoterapeuta e il tipo di metodo utilizzato non hanno richiesto delle tempistiche molto lunghe. Ad ogni modo mi sono trovata benissimo con la dottoressa. Ho iniziato a reagire e a riprendere il controllo della mia vita in maniera graduale, seguendo i consigli della terapeuta e gli esercizi che lei mi consigliava di fare. Inoltre con il metodo EMDR , di desensibilizzazione ai traumi, che la psicoterapeuta ha utilizzato, anche gli attacchi di panico e l’ansia pian piano sono spariti . A distanza di un anno avevo già ritrovato me stessa e la mia vita. Il terapeuta non ti dice cosa devi fare, ma fa in modo che sia tu a scoprirlo. Non ti da la soluzione ai tuoi problemi, ma fa in modo che sia tu a trovarla. Il bravo terapeuta sa quando è il caso di concludere la terapia senza trascinarla per secoli , evitando di creare quella dipendenza che spesso fa sentire il paziente in balia delle sedute, ma al contempo è sempre un punto di riferimento per qualsiasi problema. A due anni dal termine della terapia mi sento bene, forte e con la voglia di vivere che invece avevo perso.

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