Il mio lavoro per le persone con disabilità complesse
Ho una particolare competenza nella psicologia dell’handicap, area nella quale lavoro da 20 anni: dal 1993 ad oggi, svolgo consulenza individuale per genitori di bambini con difficoltà sensoriali e diverse altre disabilità psicocognitive.
Sono esperta nelle disabilità multiple, nel deficit sensoriale e nei disturbi dello spettro autistico. Dal 1997 svolgo regolarmente l’attività di psicologa psicoterapeuta (per adulti e bambini), con orientamento cognitivo evoluzionista presso il mio studio professionale a Roma.
Sono autrice di 4 libri e di molte altre pubblicazioni specifiche; tengo corsi e seminari per genitori, insegnanti e riabilitatori.
Convenienza di una diagnosi funzionale
Se noi analizziamo le capacità presenti in un certo momento dello sviluppo di un bambino, possiamo organizzare per lui attività educative più efficaci, e possiamo metterlo in condizione di imparare secondo le sue capacità . inoltre possiamo agire modificando metodologie educative che possono essere inadatte a lui, sostituendole con altre più specifiche ed appropriate.
Nella mia esperienza professionale è abbastanza frequente incontrare genitori, frustrati per la fatica e gli sforzi profusi, ed i pochi risultati conseguiti. Non è raro per me conoscere bambini stressati e scontenti, . Questi insuccessi non sono colpa di nessuno. Semplicemente ciò accade perché non sono stati sufficientemente considerate le capacità e specialmente le esigenze della persona con disabilità complesse.
Questo è più frequente nelle persone con uno sviluppo disomogeneo. Ci sono infatti bimbi che presentano alcune lacune solamente in alcune loro capacità. In alcune situazioni queste problematiche sembrano quasi nascoste, perché accanto ad alcuni deficit, il bambino presenta anche talenti.
Questa situazione è assolutamente normale. Difatti, alcune problematiche di sviluppo sono estremamente settoriali, cioè non coinvolgono alcune altre capacità presenti, che fortunatamente, spiccano nello sviluppo di un bambino.
Per questo motivo è utile dedicare risorse per approfondire la situazione funzionale delle capacità e delle varie problematiche, in quanto ciò può portare vantaggi educativi ed abilitativi.
Bambini con doppia diagnosi
Ultimamente invece di parlare di “persona pluriminorata”, preferisco parlare di ” persona con doppia diagnosi”, perché questo ci consente di specificare quale altra patologia è presente.
Questo salto di qualità è a mio avviso estremamente importante, giacché oramai sappiamo che gli interventi educativi e abilitativi delle persone con disabilità multiple, debbono essere diversificati, in base al tipo di deficit. Difatti, un intervento generico, rischia di essere inefficace, vanificando quindi le risorse che sono a disposizione, oltre che le giuste speranze dei familiari e degli operatori coinvolti.
Ad esempio Per quanto concerne i bambini ciechi od ipovedenti, qualche volta si sente dire che alcune gravissime alterazioni e ritardi del funzionamento delle persone cieche, sono derivanti dalle conseguenze del deficit visivo. Ma non sempre è vero.Al giorno d’oggi siamo in grado, con una buona approssimazione, di determinare se una anomalia dello sviluppo sia una conseguenza della cecità, oppure se si tratti di un disturbo a se stante, parallelo alla patologia della vista, oppure derivante, come la cecità da una unica causa iniziale.
Molto spesso le situazioni di doppia diagnosi sono causate da una singola e unica patologia fisica.
Questo significa che ad esempio, la cecità e l’autismo possono essere conseguenze di una unica condizione patologica.
Essa può trovare la sua ragione in una sindrome genetica, cioè una alterazione del patrimonio ereditario che si manifesta attraverso una molteplicità di anomalie delle strutture e delle funzioni. Oppure può essere determinato da un danno neurologico, variamente causato, ad esempio come quelli che derivano dalla alta prematurità o da altri problemi alla nascita.
A prescindere dalla causa biologica, i problemi devono essere considerati come punti d’arrivo, che vanno diagnosticati entrambi sul piano funzionale e non eziologico, cioè indipendentemente dalla causa che li ha generati.
Io ritengo che sia necessario allestire servizi di tipo educativo. Ma gli interventi educativi, devono essere diversificati in base alla diagnosi. Quindi, il mio approccio diagnostico e giustificato dalla convenienza, in termini di specificità ed appropriatezza dell’intervento educativo, cioè per dare modo agli educatori di intervenire laddove e come e necessario.
Ad esempio c’è molta differenza tra un bambino con un deficit cognitivo (chiamato una volta ritardo mentale), ed uno con un deficit dell’interazione sociale. Le due cose non si equivalgono e potrebbero presentarsi anche singolarmente. Inoltre vi sono persone che presentano compromissioni di tipo psichiatrico, ed i differenti approcci, si giustificano e si diversificano da quelli più adatti per le persone con deficit psichico delle funzioni di base.
Ciò che infatti ho notato è che in alcune occasioni, definire un bimbo come pluriminorato, è stato utilizzato quale punto d’arrivo per evitare di dare una diagnosi funzionale precisa, cosa che il più delle volte equivale ad una sorta di binario morto sul da farsi.
Andare incontro alle specifiche esigenze di bambini con compromissioni così diverse e non omogenee, e alle giuste richieste dei genitori che sempre più cercano risposte adeguate, è la sfida che si pone oggi alle famiglie alle scuole, ai centri di riabilitazione e ai professionisti del settore.
Questa modalità di approcciare al problema, deriva da alcune considerazioni:
- Esistono differenti metodologie operative di tipo educativo e abilitativo, che sono state valutate maggiormente efficaci in alcune situazioni e in presenza di alcuni specifici deficit, e che invece in altri casi sono poco adatte.
- Esistono particolari periodi critici, cioè fasce di età dello sviluppo, nelle quali vi è una maggiore vulnerabilità, ed altre nelle quali vi è una maggiore possibilità di aiutare il bambino a svilupparsi al meglio.
- Esistono differenti tipi di problemi di adattamento della persona con doppia diagnosi, in considerazione delle diverse possibili patologie di cui è affetta. Pertanto in considerazione di questo, è possibile ed è necessario potenziare l’intervento su queste aree, anziché su altre.
Servizi offerti a bambini, genitori ed insegnanti
Lavoro per creare e realizzare programmi specifici nei confronti di bambini con difficoltà di autonomie, disturbi comportamentali e di apprendimento dovute a ritardi dello sviluppo o a pluridisabilità di vario tipo, con particolare riguardo ai bambini con disturbi dello spettro autistico con cecità o ipovisione, seguendo le recenti linee guida internazionali.
Aiuto genitori ed insegnanti ad attuare un intervento educativo che rispetti e consideri le particolari necessità della persona, le sue caratteristiche in caso di problematiche aggiuntive, contempli le specificità dei problemi e che curi tutte le fasi: dalla valutazione, all’intervento sul bambino, alla consulenza psicoeducativa alla rete di persone e istituzioni che opera intorno al bambino fino al parent training, azione di sostegno e di supporto alla genitorialità.
Servizi offerti:
- Valutazione e diagnosi funzionale;
- Abilitazione(solo se necessario ), con cadenza settimanale
- Consulenza agli insegnanti, all’assistente alla comunicazione agli altri operatori;
- Partecipazione ai G L H operativi;
- Consulenza per la stesura del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato;
- Consulenza ai riabilitatori eventualmente operanti con la persona
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