Cosa ha a che fare lo psicologo con leggere e scrivere?
Insegnare a leggere e scrivere ad un bambino non vedente è un tema noto ma mai sufficientemente trattato, oggetto di interesse e preoccupazione per insegnanti e genitori, impegnati a risolvere problemi e sfide di apprendimento da parte dei bambini con deficit visivo.
LO PSICOLOGO NON SI OCCUPA DI INSEGNAMENTO MA SICURAMENTE SI OCCUPA DI APPRENDIMENTO !
Quindi è ambito della psicologia approfondire quali sono i processi ed i fattori necessari alle persone per imparare qualcosa, e quali sono le funzioni mentali coinvolte, spece se in situazioni particolari.
Nell’apprendimento di un sistema di letto scrittura entrano in gioco tantissimi fattori, la percezione, la memoria, l’intelligenza verbale e spaziale, la motivazione, ecc.
Inoltre concorrono ad un buon apprendimento anche le componenti di base del linguaggio verbale (fattori funzionali, semantici, sintattici,meta fonologici e simbolici ). Tutto questo è importante anche nell’apprendimento da parte di un bambino con deficit visivo.
È noto che esiste un sistema di lettoscrittura tattile chiamato Braille usato dai non vedenti, ma non tutti ne conoscono l’effettiva utilità, i limiti, le indicazioni e controindicazioni, i prerequisiti necessari per poterlo utilizzare, gli ausili didattici relativi, ecc.
Inoltre è bene tener presente che la lettoscrittura tattile non è l’unica possibilità per le persone con deficit visivo. Esistono altre forme di lettoscrittura ed altri ausili specifici, che possono affiancare e, in alcuni casi, sostituire la lettura con le dita. Ciò naturalmente va considerato caso per caso, in un delicatissimo rapporto tra costi e benefici.
Qualche volta, nonostante gli sforzi, non si raggiungono i risultati attesi. In alcuni casi ciò accade perché mancano i presupposti di base dell’apprendimento: il bambino non ama toccare, non si sofferma, non presta attenzione.
Altre volte, nonostante lunghe sessioni di insegnamento a tavolino, il bambino non sembra imparare come ci si aspetterebbe . Ciò è molto più frequente di quanto si creda, perché in questo ambito, le eccezioni sono molto più frequenti che la regola.
Sono molti di più i bambini che presentano situazioni “non standard”, rispetto a quelli che presentano le caratteristiche descritte nella letteratura della didattica classica.
È conveniente quindi consultare uno specialista per fare il punto della situazione e ottenere aiuto su come andare avanti, nell’interesse del bambino, per sbloccare la situazione.