Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo

Psicologa psicoterapeuta

Tel: +39 337 353604
Email: info@marialuisagargiulo.it
Seguimi su: YouTube | Facebook

  • Mi presento
  • Psicoterapia individuale
    • Psicoterapia di coppia
    • Psicoterapia on-line
    • Parent training
  • Problemi psicologici
    • Disturbi d’Ansia
    • Attacchi di panico
    • Depressione
    • Superamento del lutto
    • Disturbi del comportamento alimentare
    • Disturbi della sessualità
    • Shopping compulsivo
    • Problemi di coppia
  • Ambiti di intervento
    • Consulenza psicologica
    • Psicologia Clinica
    • Bambini e Genitori
    • Psicologia dell’handicap
    • Consulenza psicologica online
  • Testimonianze
  • Eventi
  • Contatti

Non solo puntini

7 Marzo 2017 By Maria Luisa Gargiulo

Share on Facebook Share
Share on Google Plus Share
Share on LinkedIn Share
Send email Mail
Print Print
Quasi sempre, è sconsigliabile utilizzare esclusivamente uno specifico strumento per tutta la vita tra i vari a disposizione, ma si dovrebbe poter essere in grado di sceglierne uno a seconda del contesto, in quanto vi sono alcune caratteristiche che possono far preferire uno a discapito dell’altro, a seconda del compito e della situazione in cui ci si trova.

Nel lungo termine sconsiglio pertanto scelte di tipo monotematico, perché una selezione di uno tra i vari strumenti, significa spesso l’esclusione di tutti gli altri e, conseguentemente la perdita di molte opportunità.

In alcuni casi si può pensare alla scelta di una modalità prevalente di lettura e scrittura, più che la scelta di una unica modalità in assoluto, e questo dovrebbe essere fatto tenendo presenti le caratteristiche e le potenzialità dei vari mezzi per leggere e scrivere e quelle di chi dovrebbe usarli.

Il più delle volte si possono escludere alcune delle modalità sopra elencate a causa di qualche limitazione specifica del bambino di cui trattasi.

Percezione lettura e scrittura

Lettoscrittura visiva

Può essere utile classificare le forme con le quali si può leggere e scrivere, tenendo presenti le modalità percettive che si usano.

Come la quasi totalità del mondo fa, si può leggere con gli occhi, utilizzando la forma grafica della parola con l’alfabeto stampato, che in questo settore si chiama “scrittura in nero “. La lettura visiva, appannaggio e scelta elettiva di quasi tutti i normovedenti, è anche accessibile alla maggior parte delle persone ipovedenti, ma non ai ciechi. Parlando degli ipovedenti, le caratteristiche visive delle parole e dei numeri debbono essere compatibili con le capacità visive della specifica persona. La scrittura ingrandita, perciò, non presenta alcuna caratteristica standard. Differentemente dal BRAILLE le cui dimensioni sono sempre le stesse, il testo per ipovedenti deve essere personalizzato per dimensioni, tipologie di caratteri, interlinea tra le righe e tra le parole, distanza tra i caratteri, grandezza ed orientamento della pagina, colore e contrasto. È facile immaginare quindi che, considerando tutte queste variabili, si può giungere ad un numero elevatissimo di combinazioni e che, quindi, i testi ingranditi utili per una certa persona, difficilmente possono essere utilizzati efficacemente per un’altra persona ipovedente. Leggere con gli occhi, però, non vuol dire necessariamente leggere carta stampata; non dobbiamo mai dimenticare di fare attenzione a confondere la modalità percettiva con i mezzi e gli strumenti usati. Anche in questo caso la lettura visiva degli ipovedenti può essere ottenuta attraverso una batteria di mezzi e strumenti dalla carta, alla telecamera, al computer. Scrivere e leggere con la vista consente un contatto immediato e diretto con la parola nella sua morfologia, con i simboli utilizzati e le strutture spaziali che la costituiscono. Con la vista si possono intuire abbastanza facilmente, ad esempio, le relazioni spaziali che intercorrono tra i vari elementi, siano esse parole, frasi, numeri o altri simboli. Nella lettura visiva si possono notare gli aspetti organizzativi e spaziali di una frazione, si possono intuire le altezze tonali delle note presenti su di un pentagramma musicale, si possono comprendere abbastanza facilmente le informazioni di tipo strutturale simbolicamente rappresentate nell’insiemistica, il significato proporzionale di un grafico a torta o a barre, il processo rappresentato in un diagramma di flusso. Ciò accade perché nella lettoscrittura visiva si possono usare vari tipi di metafore spaziali e grafiche per poter comunicare più informazioni contemporaneamente. Una tra tutti è la metafora della dimensione verticale che si accompagna a quella orizzontale, come accade nella musica e nella matematica. Queste potenzialità proprie della lettura visiva, risultano assai difficilmente trasferibili nelle altre modalità senso-percettive; è infatti quasi impossibile rendere con la stessa immediatezza e comprensibilità gli stessi concetti con la modalità uditiva, mentre è possibile farlo utilizzando il braille, ma per rendere comprensibili tali concetti utilizzando il codice tattile, è necessario operare radicali trasformazioni, annullando la dimensione verticale, e trasformando tutto in sequenze lineari. Nella scrittura visiva possiamo citare anche la videoscrittura, cioè l’utilizzo di personal computer tablet e smartphone, per leggere e scrivere. Le persone ipovedenti possono giovarsi di semplificazioni grafiche attivabili con le funzioni di accessibilità di molti sistemi operativi, ed inoltre possono personalizzare le condizioni di lettura modificando agevolmente le dimensioni ed i colori dei caratteri e degli sfondi. È molto importante considerare anche gli aspetti di distanza di lettura e di atteggiamento posturale perché un assetto errato può condurre ad un inutile dispendio di energie, alla riduzione dei tempi di attenzione e, a lungo andare, a disagi dovuti a cattiva postura. Oltre alla semplificazione degli ambienti operativi più comuni, esistono specifici programmi pensati per aiutare le persone ipovedenti. Inoltre è possibile reperire tastiere facilitate ed ingrandite. Per quanto concerne l’apprendimento della digitazione alla tastiera, i bambini ipovedenti dovrebbero essere allenati a digitare senza guardare le loro dita e ciò che c’è scritto sui tasti. Questo agevola enormemente il loro comfort, convoglia più attenzione sul compito, aumentandone la qualità, evita problemi posturali, concentrando l’attenzione visiva al solo schermo.

Lettoscrittura uditiva

Un’altra modalità percettiva utile e valida per l’accesso ai testi è quella uditiva. Si può LEGGERE CON LE ORECCHIE E SCRIVERE CON LA BOCCA, nel senso di incidere la propria voce come se si scrivesse su di un quaderno.

La lettura uditiva consente una fruizione globale, rapida ed immediata della frase e del discorso.

Permette di notare e confrontare vocaboli e stili linguistici, permette di accedere a fonti di vario tipo con una modalità poco impegnativa sotto il profilo senso motorio, ma molto dal punto di vista attentivo.

Infatti, leggere un testo registrato da un lettore, oppure pronunciato dalla voce artificiale di un computer, apparentemente non richiede di svolgere alcuna azione pratica. Questo potrebbe sembrare riposante.

In effetti, però, la passività motoria del lettore uditivo, intento esclusivamente ad ascoltare, lo pone in una condizione in cui l’assenza di movimenti attivi può condurlo con una certa facilità alla distrazione. La lettura uditiva, infatti, dovrebbe essere accompagnata da una attività didattica di educazione all’ascolto, perché è facile andare incontro ad un decadimento dell’attenzione, si può perdere il filo del discorso, ci si può ritrovare intenti a seguire i propri pensieri mentre la lettura va avanti da sola.

Si può leggere e scrivere uditivamente attraverso vari mezzi, dal più classico lettore di CD audio con cui tante persone hanno ascoltato libri parlati, al personal computer dotato di sintesi vocale, al lettore portatile di file in formato MP3, allo smartphone dotato di sintesi vocale, che consente l’uso di molte comuni applicazioni per la lettura di libri in EPUB o PDF, o di applicazioni specifiche per l’accesso ai cataloghi dei libri parlati con accesso esclusivo e gratuito da parte delle persone con difficoltà di lettura.

Nella maggior parte dei casi è sufficiente modificare la modalità di lettura (output), perché se non vi sono particolarità neuromotorie e o di fissazione sensopercettiva tattile, le persone con deficit visivo possono utilizzare i dispositivi di scrittura informatica standard (tastiere fisiche e virtuali).

In alcuni casi è consigliabile utilizzare programmi per la dettatura, quando scrivere è arduo con le mani e quando la capacità articolatoria consente di pronunciare le parole in modo comprensibile da un riconoscitore del parlato.

La lettura uditiva presuppone attenzione focale e sostenuta. È importante considerare questa capacità come una risorsa da incentivare e sviluppare selettivamente e specificamente nella vita di una persona con deficit visivo.

Qualche volta si commette l’errore di pensare ingenuamente che trasformare in audio qualcosa di scritto sia sufficiente perché la persona si possa trovar bene subito, e possa sperimentare comfort e soddisfazione.

Così come è importante allenare e far crescere le capacità di lettura visiva, allo stesso modo si deve insegnare ad un bambino con deficit visivo ad ascoltare attivamente, mantenere concentrata l’attenzione ecc.

Abilità metacognitive indispensabili sono saper accorgersi delle proprie distrazioni, e saper controllare il processo di comprensione e l’apprendimento del testo, proprio come si fa con una lettura di tipo visivo.

In questa capacità concorrono funzioni psicologiche come la memoria di lavoro, l’attenzione, i processi di comprensione del testo di tipo inferenziale, l’ampiezza del vocabolario eccetera.

Nella comprensione del testo sono fondamentali le esperienze concrete a disposizione del bambino, per poter riportare ciò che sta leggendo alle proprie esperienze vissute, cioè che ha sperimentato direttamente attraverso i propri sensi e non attraverso il racconto degli adulti.

La valutazione dello sviluppo delle competenze di base alla lettoscrittura, anche uditiva ed alla comprensione del testo, e compito specifico anche dello psicologo, in collaborazione con l’équipe degli educatori e riabilitatori.

Lettoscrittura tattile

La LETTURA TATTILE, con l’utilizzo del codice braille rappresenta una modalità specifica, pensata per i ciechi, ma utile anche in altre situazioni.

La modalità percettiva tattile non deve essere necessariamente associata alla carta dei libri, perché può andare dal più classico e antico modo di punzonare con un punteruolo, al più tecnologico sistema di rappresentazione braille attraverso un display tattile collegato ad un personal computer, passando per una macchina dattilobraille.

Il contatto diretto con la parola concreta, fisicamente presente in quanto tale, conferisce alla lettura in braille alcune caratteristiche simili al tipo di rapporto che si può ottenere con la parola visiva; ciò significa poter entrare in contatto con gli aspetti morfologici dei simboli utilizzati, attivare un processo attentivo più solido e stabile da parte del lettore nei riguardi del testo letto.

La persona viene infatti coinvolta motoriamente in modo continuo durante il processo di lettura, e regola attivamente la velocità di esplorazione, osservazione ed acquisizione del testo in base alle proprie caratteristiche e condizioni, personalizzando e contestualizzando la velocità e la forma della lettura scorrendo le dita, proprio come può fare un lettore visivo mentre si sposta lo sguardo lungo le parole.

Il braille, è un codice alfabetico che si presta massimamente quando si vuole ottenere un contatto diretto e si vuole facilitare un ragionamento serrato e rigoroso sui simboli con i quali le parole ed i numeri sono composti.

Ciò è possibile partendo dai primi rudimenti della parola scritta e le sue componenti, fino alle complessità di uno spartito musicale.

Ciò che attraverso il codice braille risulta difficile se non impossibile, è l’uso di alcuni tipi di metafore spaziali classicamente presenti nella scrittura ” in nero “.

Più di tutte, non si può utilizzare la dimensione verticale dello spazio: tutto deve essere trasformato in un codice sequenziale avente un inizio ed una fine, che si legge scorrendo le dita in un unico verso.

Oltre a ciò in braille non è possibile basarsi sulla forma, lo spessore del tratto e la grandezza dei caratteri per attirare l’attenzione, perché questi, come abbiamo avuto modo di spiegare in precedenza, sono tutti fisicamente rappresentati allo stesso modo, in celle di tre file per due colonne di punti. Ad esempio, per indicare che una parola è scritta in corsivo, non si modificano i caratteri, ma si utilizza un segno particolare con il quale si intende che la parola successiva debba essere intesa in corsivo, anche se quest’ultima e scritta esattamente come le altre.

E’ il caso, ad esempio, della scrittura della musica. In nero, il pentagramma musicale rappresenta lo scorrere del tempo sull’asse orizzontale e l’altezza tonale delle note su quello verticale. Oltre a ciò le diverse note hanno caratteristiche grafiche a seconda della loro durata e posseggono ulteriori segni che stanno ad indicare la relazione che vi è tra di loro, e numerose altre caratteristiche.

Tutto ciò in braille viene trasformato, infatti uno spartito musicale è composto da una sequenza di simboli, l’uno accanto all’altro, che indicano in modo discreto tutte le varie caratteristiche che la grafica musicale in nero può rappresentare.

Per essere più precisi, possiamo dire che l’ottava di una nota è un segno specifico che si antepone alla nota, che ciascuna delle sette note viene rappresentata da una lettera dell’alfabeto dalla D alla J e che la durata o il valore della nota stessa viene segnata attraverso alcuni punti che si aggiungono in basso.

Altre informazioni come il tipo di chiave, la mano da usare, se due o più note debbano essere suonate contemporaneamente o qualsiasi altra cosa, viene scritta tutta di seguito in questa lunghissima filastrocca di simboli.

Ciò comporta grande attenzione, molta disciplina, molta concentrazione e anche moltissima memoria tattile, giacché chi suona di solito lo fa con le mani, le quali o leggono o suonano. Pertanto si legge la musica per imparare, non mentre si esegue un brano.

La stessa trasformazione risulta necessaria nella matematica in braille, anche in questo caso dalla più semplice frazione alla più complessa equazione, tutto va trasformato in una sequenza di simboli che si susseguono sulla stessa linea.

Ho voluto esemplificare precisamente tutto questo, per poter far intuire le qualità umane e le caratteristiche specifiche che bisogna educare in un bambino, per poterlo mettere in condizione di utilizzare appieno il braille.

Questo significa che, paradossalmente, è più importante una competenza elevata sul codice braille per assistere un alunno delle scuole medie o superiori rispetto a quanto possa essere necessario sapere sul braille quando si insegni a leggere e scrivere parole e piccole frasi. Ciò non vuol dire affatto che l’insegnante della scuola elementare debba ignorare questo codice, vuol dire soltanto che all’inizio si dovrà porre più attenzione ai prerequisiti ed alla metodologia che ha tutto il resto, mentre in seguito è necessario che l’insegnante di sostegno, l’assistente specializzato o qualsiasi altra figura affianchi l’alunno, dovrà necessariamente apprendere alcune convenzioni specifiche per le diverse discipline, specialmente se l’alunno svolge il programma didattico relativo alla classe che frequenta.

Scelte obbligate

La condizione soggettiva di una persona può essere certamente motivo per poterle costruire addosso, come un vestito, l’insieme dei mezzi per leggere e scrivere a lei più congeniali.

Si devono escludere tutti gli strumenti che utilizzano la vista, quando ci troviamo di fronte ad una persona con caratteristiche funzionali visive che non consentono alcun uso di questo senso. Molto spesso per poter stabilire quali siano le caratteristiche ottimali di testo ingrandito per una persona ipovedente, si deve conoscere dettagliatamente la sua funzione visiva: con questa espressione si intende una descrizione qualitativa e quantitativa delle funzioni visive utilizzabili in una persona e, conseguentemente, dei suoi limiti visivi.

La lettura visiva deve essere valutata nella sua utilità anche in base alla quantità di sforzo che la persona compie per discriminare lo scritto e a quanto tempo sia necessario per farlo. Una lettura troppo lenta non consente la disponibilità di energie cognitive per comprendere il significato di quello che si legge e neppure la possibilità di ricostruire frasi intere nella memoria di lavoro. Tante volte si incontrano bambini costretti a leggere con gli occhi con una tale difficoltà, da non poter essere in grado di dedicare alcuna attenzione alla comprensione di quello che stanno leggendo.

In questi casi si dovrebbe riservare alla lettura visiva esclusivamente il ruolo di analisi dettagliata della forma del testo, e quello di scrittura di pochi e semplici elementi.

Si dovrebbe invece riservare alla lettura uditiva il compito di consentire alla persona il contatto con testi estesi, contenenti concetti e pensieri su cui avere la possibilità di ragionare e riflettere senza essere ossessionati dal compito stesso di leggere.

Questo accanimento visivo conduce inevitabilmente ad una ansia da prestazione visiva molto dannosa per lo sviluppo emotivo e relazionale della persona ipovedente, la quale finisce con i considerare la vista ed il riuscire a vedere come un fine ultimo e non come uno dei mezzi a sua disposizione.

Molto spesso questa condizione è la conseguenza del perseguimento dell’obbiettivo di leggere per leggere, di leggere per dimostrare di vedere, di leggere per sentirsi uguali. In effetti, però, si rischia di sentirsi molto più diversi dagli altri se, leggendo seppur con gli occhi, si fa tanta fatica, non si comprende quello che c’è scritto, non si può portare a termine un compito di apprendimento, non si è in grado di rileggere né correggere ciò che si scrive.

Il bilanciamento nelle giuste proporzioni, tra la lettura visiva e quella uditiva in un ipovedente grave, è un equilibrio a volte difficile da raggiungere, e qualche volta l’insegnante, il genitore ed il riabilitatore hanno bisogno di indicazioni tecniche specifiche da professionisti specializzati che li possano indirizzare al meglio.

Quando non esiste la possibilità di accedere al testo scritto attraverso la vista, occorre chiamare in gioco il tatto, in special modo quando dobbiamo insegnare la forma delle parole, la punteggiatura, l’ortografia.

D’altra parte, si possono escludere tutti gli strumenti che prevedono una lettura tattile, tutte le volte che le caratteristiche psicomotorie e percettive non sono compatibili con i prerequisiti della lettura braille.

Quando le mani non possono essere controllate nei loro movimenti fini, quando non ci sono le condizioni per la creazione di tutti i concetti spaziali che consentono alla persona di riconoscere un carattere braille, non è possibile pensare a questa forma di scrittura come adeguata.

Leggere, scrivere, vivere

Qualsiasi siano le forme utilizzate per leggere e scrivere, è importante dedicare molta attenzione per far comprendere alla persona il senso stesso della scrittura e della lettura, la sua utilità e perché no, la convenienza che ne può trarre nel lasciare parole scritte perché qualcuno poi le legga, o nel leggere oggi ciò che ieri qualcun altro ha scritto.

Una grande utilità che certamente la persona con problemi di vista potrà immediatamente ottenere è quella che la scrittura consente quando aiuta a riconoscere, organizzare e classificare.

Molto spesso, la persona che non vede o che vede molto male, in qualsiasi età, può avere il problema di non riconoscere alcuni tipi di oggetti perché simili, di non sapere dove riporre o da dove cercare qualcosa perché risulta facile una confusione tra elementi così da rendere molto utile ordinare e classificare le cose. È in questi casi che torna utile saper leggere e scrivere.

Un bambino cieco e con altri problemi, imparò che per riconoscere la lattina della sua bevanda preferita da quella a lui non gradita del suo papà, doveva contrassegnare con un segno la sua, se non voleva rischiare di bere qualcosa per lui molto sgradevole.

Imparò ad etichettare con un puntino tutte le sue aranciate e poi, col tempo, fu possibile per lui comprendere che la parola “aranciata ” cominciava per A, così imparò che quel puntino era proprio una A.

Chi si occupa di riabilitazione logopedica, sa che la capacità di distinguere la sua iniziale dal suono unitario di una parola, appartiene alle competenze metafonologiche, che qualche volta fanno fatica a svilupparsi.

Indipendentemente dal modo di scrivere usato, non dobbiamo dimenticare che leggere e scrivere non dipendono solo dal canale e dalla forma usati ma anche dalla capacità di utilizzare e comprendere simboli complessi.

Abbiamo il dovere di predisporre la forma di comunicazione più adeguata, anche in base alle possibilità simboliche e linguistiche.

Ci sono delle situazioni di vita quotidiana che fanno preferire nettamente una modalità di scrittura dall’altra e ciò non riguarda solamente le materie scolastiche.

Per distinguere i DVD delle canzoni preferite potremo etichettarli usando simboli visivi o tattili a seconda delle capacità, ma non certo la scrittura uditiva.

Per annotare rapidamente un indirizzo potremo usare una tavoletta braille portatile oppure un piccolo apparecchio di registrazione vocale, che invece non possiamo usare per distinguere la conserva di pomodoro dai piselli in lattina.

Per reperire un numero di telefono dalla rubrica del cellulare dovremo necessariamente scegliere tra un sistema di sintesi vocale o uno di ingrandimento del display del telefono.

Di recente impiego sono i sistemi di codifica a barre e loro successivi sviluppi, che consentono di generare etichette visive che si possono apporre agli oggetti, e che si possono far riconoscere alla telecamera degli smartphone, e far vocalizzare questi sistemi, creati per classificare le merci ora sono accessibili a tutti e si possono utilmente adoperare per l’etichettatura di qualsiasi elemento.

Anche l’approccio scolastico dovrebbe essere pervaso da una certa pragmaticità.

Possiamo studiare la storia con un libro audio registrato, ma per la matematica dobbiamo usare il “nero” o il braille, se non addirittura materiale concreto.

Sovente l’uso di un personal computer ci consente di traghettare da una modalità percettiva all’altra. Un testo stampato, una volta trasformato in un documento informatico, può essere ingrandito attraverso un sistema di zoom dello schermo, recitato in voce con un sistema di sintesi vocale, trasformato in braille leggendo direttamente con un display quello che appare sullo schermo, oppure stampato su carta “in nero“ ingrandito, stampato in braille, oppure ancora trasferito su di un lettore portatile sotto forma di file SONORO.

A volte si possono fare molte tra queste cose contemporaneamente, ed in quel modo si può superare il problema della scelta assoluta.

L’importante è tenersi aggiornati sulle notizie relative alle novità tecnologiche, senza però cadere nella banalizzazione riducendo il problema al solo mezzo, ma tenendo invece sempre presente la persona che dovrà usarlo.

Share on Facebook Share
Share on Google Plus Share
Share on LinkedIn Share
Send email Mail
Print Print

Post Correlati

  • L’alfabeto sotto le dita Nella Francia del 1812, un bimbo di 3 anni in un paesino a qualche ora di carrozza da Parigi, si…
  • I modi del Braille Come la scrittura in nero oggi si esplica in molte forme e con gradi diversi di complessità tecnologica, così il…
  • Insegnare a leggere e scrivere a bambini non vedenti Cosa ha a che fare lo psicologo con leggere e scrivere? Insegnare a leggere e scrivere ad un bambino non…
  • Diagnosi bambini con deficit visivo Come la psicologia può essere utile alle persone con problemi sensoriali? Esiste un insieme di competenze e di saperi, che…
  • Quando le cose non vanno come ci si aspetta Apprendere ed utilizzare funzionalmente in modo adeguato i diversi strumenti per leggere e scrivere da parte di un bambino con…
  • Deficit visivo Le persone con deficit visivo sono quelle affette da una menomazione agli organi ed alle altre strutture riguardanti la vista,…

Filed Under: Psicologia dell'handicap

  • Contatti
  • Richiedi appuntamento
  • Mi presento
  • Psicoterapia
  • Problemi psicologici
  • Consulenza psicologica
  • Psicologia clinica
  • Bambini e genitori
  • Psicologia dell’handicap
  • Testimonianze
  • Eventi
AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi.
I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento.
La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.

  • Home
  • Codice Deontologico
  • Sostegno alla genitorialità
  • Psicologo per disabili
  • Psicologo per non vedenti
  • Psicologo infantile
  • Consulenza psicologica Roma
  • Psicologa Roma
  • Psicoterapeuta Roma Sud
  • Psicoterapia a Roma
  • Psicoterapia disturbi d’ansia
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia depressione
  • FAQ Domande e risposte
  • Web Policy Privacy
  • Privacy
  • Mappa del sito

Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo - Via Statilio Ottato n 20, 00175 Roma
Tel: +39 337 353604 - Email: info@marialuisagargiulo.it - P.IVA: 07250211005
Sito web realizzato ed ottimizzato da PRISMI S.p.A.
Questo sito utilizza cookie per consentire una navigazione efficiente sullo stesso, per analizzare statisticamente le visite degli utenti, nonché cookie, di terze parti, per inviarti messaggi pubblicitari in linea con le tue preferenze.

Chiudendo questo banner, continuando a navigare o accedendo a un qualunque elemento del sito senza cambiare le impostazioni dei cookie, acconsenti all'uso dei cookie.

OkSe vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui.