Le fasi dell’elaborazione del lutto
La reazione alla perdita di una persona significativa, varia da persona a persona. Si tratta di una serie di emozioni, stati mentali, comportamenti e pensieri che si caratterizzano per essere genericamente piuttosto lunghi. Vi è comunque una successione di varie fasi che portano a quella che si chiama gergalmente l’elaborazione del lutto.
Esistono vari stadi che caratterizzano il cordoglio: nelle prime settimane talvolta si assiste ad una reazione di iperattivazione, o la persona si sente quasi imbambolata, e si ritrova in alcuni casi ad affrontare compiti gravosi, con una certa forza, quasi come se non si rendesse conto esattamente di ciò che sta facendo. Nei loro racconti, molte persone riferiscono che non avrebbero mai immaginato di riuscire a sostenere la situazione, come hanno fatto immediatamente prima e nei giorni successivi alla morte della persona.
Col passare del tempo, si percepisce più pienamente la mancanza del congiunto, e si provano emozioni di desolazione, rabbia, ansia, tristezza e struggimento. La mancanza della persona attiva di ”sistema di attaccamento” che questo comporterà reazioni diverse (ricerca spasmodica, evitamento, rassicurazione verso gli altri, oppure allarme fino al panico) secondo il modello operativo che la persona ha acquisito e che attiva quando si sente sola e abbandonata.
In alcune fasi del cordoglio, si ha bisogno di ricordare episodi specifici connessi alla persona deceduta, si cerca il contatto con oggetti, luoghi, attività che ci ricordano il congiunto. Alcune persone trovano conforto nella condivisione con altri di questi ricordi e nel prendersi cura di cose, attività e interessi che appartenevano alla persona morta.
La tristezza, la solitudine ed il dolore collegati alla percezione della mancanza, caratterizzano una possibile fase depressiva. Essa, entro alcuni limiti è perfettamente normale e spesso necessaria per la riorganizzazione dell’individuo, che deve fare i conti con una vita futura in cui la persona morta non ci sarà.
Il sostegno familiare, le risorse spirituali, la capacità di adattamento della persona stessa, possono concorrere a creare un nuovo equilibrio, in cui la persona perduta non è cancellata, ma la perdita viene elaborata all’interno di un nuovo sistema di equilibrio del sopravvissuto.
In alcuni casi, invece, la persona che ha subito un lutto, resta tantissimi anni in una delle fasi precedenti. Si assiste quindi ad un blocco di questo lento processo di reazione.
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Maria Luisa Gargiulo