Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo

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Depressione: i numeri, le cause, cosa fare

6 Marzo 2017 By Maria Luisa Gargiulo

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In Italia solo un aziente su 3 riceve cure adeguate. Trascorrono Due anni in media per arrivare alla diagnosi. Che cosa è importante fare?

E’ un disagio nascosto,  a volte ignorato. La depressione viene diagnosticata molto tardi rispetto al suo esordio, e la persona perde tempo prezioso per riacquisire salute, pagando un costo alto anche da un punto di vista sociale, familiare e lavorativo. I numeri sono tali per cui la grande quantità di persone depresse, in aumento rispetto al passato, crea un costo economico molto alto. Poche sono ancora le contromisure che si stanno attuando per questa, che l’organizzazione mondiale della sanità definisce come una vera e propria emergenza, in costante aumento. Esistono alcuni tipici segni che possiamo notare per capire se abbiamo bisognio di aiuto o di consultare uno specialista.
Sono le 5 sentinelle della depressione.

 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) entro il 2030 la depressione sarà la malattia cronica più diffusa. Essa è in crescita nella popolazione mondiale, rappresentando uno dei principali problemi di salute pubblica, con un costo totale pari a 800 miliardi di dollari e con circa il 56% dei pazienti che non ricevono un trattamento adeguato.
Questa condizione costituisce la principale sfida per la salute globale del XXI secolo. Anche in Italia è in aumento la sua incidenza e prevalenza.
Questa patologia è un disturbo dell’umore a elevata comorbidità, cioè si associa ad altri disagi, e globalmente rappresenta una delle principali cause d’invalidità temporanea e permanente.
In italia Sono quasi 4.500.000 le persone depresse, le donne, il doppio degli uomini.
Ma come mai le persone depresse sono in aumento?  Non vi è una risposta univoca a questa domanda. Come molti fenomeni sociali, vi sono molte possibili cause associate tra loro.
Considerando il fenomeno da un punto di vista socioeconomico, sembra che vi sia un collegamento tra l’aumento della depressione e la crisi che dal 2008 ha attraversato l’Europa. Difatti anche Paesi come Irlanda e Spagna hanno avuto un incremento di casi di depressione.

Il Libro Bianco sulla depressione realizzato da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna).

Ritengo interessante considerare come gli italiani vedono questo fenomeno e a quali cause lo attribuiscano. L’indagine è stata svolta su un campione di 1.004 persone (503 donne e 501 uomini) per evidenziare i problemi salienti aumentare la consapevolezza di questa malattia e ridurre lo stigma nella popolazione, avvicinando i pazienti a una diagnosi precoce e a cure tempestive.
Quali sono le cause dell’aumento della depressione secondo le persone intervistate?
Lo stress fisico e psico-emotivo è considerato dalla maggioranza, il 57%, una delle principali cause della depressione. Tra i motivi riferiti la crisi economica e i cambiamenti di ruoli all’interno della famiglia.  L’accentuazione del ruolo multitasking femminile, l’aumento della quantità di lavoro, i maggiori carichi di responsabilità associati a ruoli professionali, l’acquisizione di abitudini di vita scorrette.
Dall’analisi emerge che la depressione maggiore è il disturbo piu temuto, Dopo i tumori. Secondo gli intervistati, la depressione è al secondo posto (27%) dopo i tumori per impatto percepito sulla vita del paziente e il 58% la considera una vera malattia alla stregua di quelle fisiche, da diagnosticare precocemente e curare. Una persona su 4 la ritiene invece una condizione mentale
Che non si può capire fino in fondo e con cui si può solo convivere.

Sono molte le cause attribuite dagli intervistati, la depressione non viene, infatti, considerata conseguenza diretta di un fattore univoco, ma viene percepita come il risultato di un insieme di fattori diversi. Traumi (69%) e stress (60%) sono riconosciuti come le cause principali della malattia da chi ha.
Già ricevuto la diagnosi, mentre chi non ne ha avuto esperienza, ritiene che la depressione sia originata principalmente da una personalità emotivamente fragile (67%).

I sintomi.
Sempre secondo l’indagine, i principali sintomi associati alla depressione sono di natura cognitiva come i pensieri negativi (69%), il senso di solitudine (67%) e la tristezza (63%). L’impatto sulla qualità di vita è importante per il paziente così come per tutta la famiglia, poiché incide sul funzionamento individuale e sociale della persona, riducendo la capacità di interpretare un ruolo “normale” nelle diverse attività in ambito familiare, socio-relazionale e lavorativo. Per 1 intervistato su 3 i disturbi di
Natura cognitiva, come la difficoltà a prendere decisioni e a mantenere la concentrazione, provocano un forte impatto sulla qualità della vita.

Cercare aiuto subito è la cosa migliore da fare.

Spesso trascorrono mesi tra la comparsa dei primi sintomi e la decisione di rivolgersi ad uno specialista.
In un recente studio in via di pubblicazione, che ha coinvolto in 18 centri specializzati per la cura della depressione oltre 700 persone, è emerso che trascorrono quasi 2 anni tra comparsa dei primi sintomi e la decisione di rivolgersi ad uno specialista competente come uno psicologo o un medico esperto in salute mentale. Il tempo medio prima di ricevere una diagnosi è di 25,5 mesi dall’inizio del disagio, un tempo decisamente troppo lungo!

Va ricordato che la depressione ha riflessi sia sulla sfera dell’umore sia sulla sfera cognitiva peggiorando e diminuendo la qualità e la quantità di vita dei pazienti.
Anche se rappresenta un problema di salute di grande rilevanza sotto il profilo clinico, sociale ed economico, le evidenze mostrano come si tratti di una patologia fortemente sotto diagnosticata e sotto trattata, spesso da esperti di diverse branche che intercettando persone potenzialmente depresse, non li inviano agli specialisti competenti della materia. Altro problema è causato dal “fai da te“ psicologico, che in alcuni casi può ritardare pericolosamente una presa in carico seria e risolutiva.

Le situazioni più a rischio

Fra i giovani che si trovano in quella fascia di età in cui non lavorano e non studiano, la depressione aumenta. Fra le categorie a rischio anche le donne nei periodi di loro maggiore vulnerabilità: adolescenza, durante la nascita di un figlio, il climaterio, e le modificazioni legate all’età avanzata. Altri fattori scatenanti sono quelli relazionali e di coppia, difatti esiste un collegamento molto stretto  tra le problematiche individuali e l’andamento delle relazioni sentimentali e intrafamiliari: queste ultime frequentemente sono la sentinella  di un disagio profondo che a volte va molto oltre le crisi ricorsive, apparentemente contingenti, tra partner.

Gli stili di vita.

Anche gli stili di vita hanno un forte impatto su questa patologia. I disturbi del sonno hanno un ruolo importante Si dorme meno e questo è un elemento bidirezionale. Infatti, la qualità del sonno viene spesso modificata dalla depressione, con l’aumento di frequenti risvegli specialmente nelle prime ore del mattino. Ma vi è anche un’incidenza di una scarsa igiene del sonno e del riposo, come fattore di rischio per innestare una reazione depressiva. Poi ci sono altri fattori: il consumo di sostanze stimolanti, non solo le droghe, ma anche un uso eccessivo di caffeina e di teina, gli stimoli sonori, quelli luminosi, la contrazione di tempo e di spazio per coltivare relazioni significative, curare il nostro benessere, stemperare le tensioni.

Un tipico cambiamento dello stile di vita ci rende vulnerabili ad una erosione del tempo di riposo, piacere e ricarica, da parte del tempo produttivo. Oggi, anche grazie alle tecnologie e alla nostra vita sempre connessa, non abbiamo più una separazione netta tra il tempo personale e quello lavorativo, siamo sempre reperibili, sempre rintracciabili e vulnerabili a stimoli stressanti, sempre in attesa.
Si vive in una continua ‘iperstimolazione’, e questo provoca stress…

Cosa fare

È importante quindi  agire prima possibile e chiedere senza vergogna il consulto ad uno specialista tutte le volte che si teme di avere una reazione di tipo depressivo. Ciò è ancora più importante se si sa di aver avuto precedenti periodi di depressione, giacchè si tratta di un disturbo che se non trattato adeguatamente, va incontro a delle recidive, in corrispondenza di eventi o periodi particolarmente stressanti.
È importante ricordare che la depressione si può curare e che la psicoterapia è uno strumento di cura sicuro, affidabile, scientificamente valido ed efficace. Un professionista competente delle relazioni di aiuto e del benessere psicologico agisce per far riconquistare alla persona una qualità  della vita migliore, e per metterla in condizioni di vivere serenamente ed   affrontare con forza ed efficienza le vicissitudini della vita e le relazioni interpersonali.

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Filed Under: Depressione, Psicologia clinica, Pubblicazioni

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