Il panico è una particolare reazione psicofisica, caratterizzata da ansia o paura, agitazione ed alcune sensazioni forti che vedremo più avanti. Talvolta un attacco di panico è accompagnato da pensieri particolari.
Oggi le persone parlano di panico anche quando, in generale, provano ansia intensa. Ma non sempre si tratta di un attacco di panico.
Comunque è un problema molto diffuso, che può presentarsi in numerose condizioni e disagi psicologici. Di per sé quindi l’attacco di panico non è un disturbo, ma può esserne parte.
Un episodio di panico isolato non è preoccupante, invece avere ripetuti attacchi di panico o vivere con la frequente paura di poterne avere, è una condizione molto stressante e limitante.
Una sensazione fisiologica intensa che accompagna la preoccupazione e la paura davanti ad un pericolo temuto è del tutto normale perché fa parte della “ reazione di allarme “. Si tratta di un meccanismo involontario, che predispone il corpo verso l’azione e la difesa dal pericolo, nelle situazioni concrete che si possono presentare.
Invece il disagio nasce quando la persona sperimenta allarme e attivazione fisiologica anche in assenza di pericoli reali, o anche solo se pensa a qualche cosa che la potrebbe spaventare. Siamo quindi in presenza di un disturbo d’ansia, cioè della predisposizione a sopravvalutare il pericolo, e ad un atteggiamento di tensione e allarme costante, che porta ad evitare anche alcune situazioni di vita quotidiana che non sarebbero di per sé ne pericolose né minacciose.
È consigliabile che la persona che soffre di attacchi di panico si rivolga ad un professionista della salute psicologica quando si accorge di essere significativamente condizionata dal panico o dalla paura di averlo.
Chiedere un aiuto psicologico, può essere un buon modo per ripristinare la sicurezza e riconquistare la possibilità di virere senza sentirrsi costantemente minacciati dall’ansia e dal panico, acquisendo strumenti per poter affrontare quelle situazioni che ci fanno sentire in pericolo.
I famigerati 13 sintomi
Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti. La persona si sente minacciata perché prova sensazioni spaventose, in genere almeno quattro tra le seguenti 13 sensazioni più ricorrenti:
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia.
- Sudorazione.
- Tremori fini o a grandi scosse.
- Affanno o sensazione di soffocamento.
- Sensazione di asfissia.
- Dolore o fastidio al petto.
- Nausea o disturbi addominali.
- vertigine, “testa leggera” o senso di svenimento.
- Brividi o vampate di calore.
- Sensazioni di torpore o di formicolio.
- Sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi.
- Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
- Paura di morire.
Il circolo vizioso del panico
A volte la mersona, nell’intento di proteggersi dal panico, mette in atto alcune azioni che inizialmente la aiutano, ma che con il tempo finiscono con rinforzare o peggio aggravare la situazione. Si tratta di un circolo vizioso composto da alcune reazioni che diventano fonte di ulteriore stress e quindi producono a loro volta panico. Questo è molto comune.
Una reazione consueta consiste nel modificare il comportamento. La persona pianifica e realizza azioni alternative perché teme che si scateni un nuovo attacco. questo accade perché la persona tenta di difendersi sfuggendo a quello che pensa le possa far male.
L’intento è quello di proteggersi, ma a lungo termine i comportamenti di evitamento mantengono e amplificano il disturbo.
La reazione di evitamento e ancora più marcata se il panico è associato anche a agorafobia cioè ansia in alcuni luoghi.
Questi evitamenti però hanno un costo sociale e personale molto alti perché finiscono con limitare la persona e quindi incidono pesantemente sulla qualità della sua vita: assentarsi dal lavoro, da scuola, evitare di frequentare gli amici o familiari, evitare negozi e altri luoghi ecc.
Successivamente non solo si sfugge le situazioni in cui si è sviluppato l’attacco di panico ma anche tutte quelle ritenute simili. Infine si evitano le situazioni in cui si ha paura delle conseguenze di un attacco (es. luoghi in cui non si può ricevere aiuto o per paura del giudizio delle persone presenti).
I passi del circolo vizioso
vediamo quali sono gli elementi che portano il disturbo ad amplificarsi sempre di più in un circolo vizioso, ricordandoci che questo meccanismo si può interrompere:
- Il fattore scatenante l’interpretazione pericolosa di alcune sensazioni corporee (affanno, vertigini, debolezza, tachicardia, tremori, sudorazione, mal di stomaco o nausee, derealizzazione, intorpidimento, vampate o brividi, fastidio al petto).
- la persona interpreta tutto questo come segnale di rischio di morte o di impazzire.Mentre queste sensazioni corporee nella maggior parte delle volte derivano da situazioni esterne o dall’interpretazione erronea di stati emotivi che si sviluppano in periodi di tensioni e stress molto elevati.
- Queste sensazioni producono uno stato d’ansia, paura per il proprio stato di salute
- A sua volta l’ansia sviluppa sintomi fisici che vengono interpretati in modo catastrofico (si ha paura di perdere il controllo).
- Queste reazioni confermano e amplificano l’iniziale pericolosità dell’evento temuto.
Chiedere aiuto ad uno psicologo prima possibile è la migliore cosa da fare, per evitare che il disagio si amplifichi, spezzare il circolo vizioso e tornare a vivere più serenamente. La psicoterapia è un mezzo sicuro ed efficace per aiutare le persone con attacchi di panico a guarire. Lo psicoterapeuta insegnerà la persona nel fidarsi dei suoi mezzi e la guiderà con tecniche specifiche a sperimentare di nuovo una sensazione di sicurezza.