A nessun insegnante verrebbe mai in mente di puntare direttamente alla creazione di un libro stampato in tipografia, solo perché Guttemberg inventò la stampa, senza aver insegnato ai propri alunni come si scrive con la penna o con i pennarelli.
Ciò naturalmente a patto che non vi siano degli impedimenti motori, delle menomazioni delle strutture o delle funzioni tali che gli impediscano di scrivere a mano.
Allo stesso modo, non si può pensare ad insegnare la produzione di un testo stampato in braille, saltando la scrittura diretta da parte del bambino, solo perché esiste un modo per produrre in braille attraverso macchine e computer.
Così come è possibile produrre in nero nei modi più disparati, dal più semplice al più complesso, con la penna, con la macchina per scrivere, con la stampante del computer, con sistemi industriali di stampa, allo stesso modo in braille si può produrre un testo scritto in questi vari modi. Spesso può essere utile apprenderli tutti.
Qualche volta occorre accontentarsi solo di uno dei modi possibili, se ci sono ottimi motivi per non complicarsi la vita!
Così come Utilizzando la vista, per annotare un numero di telefono al volo scegliamo un foglietto ed un lapis, per scrivere un tema usiamo il quaderno, per scrivere un saggio preferiamo il computer e la stampante del computer di casa, per inviare gli inviti ad un ricevimento importante ci rivolgiamo alla tipografia.
Allo stesso modo, se non esistono menomazioni delle strutture o delle funzioni che limitino la persona nell’uso di questo o quel altro modo di scrivere in braille, si può produrre testo a mano, con la macchina dattilobraille, con la stampante braille di casa, attraverso una tipografia specializzata.
Conseguentemente, la scelta della modalità di scrittura non dovrebbe mai essere radicale, ma nella carriera scolastica di un bambino, si dovrebbe insegnare a scrivere in braille in tutti i modi possibili, per poter essere in grado di utilizzare queste competenze nel modo giusto al momento opportuno.
Ovviamente l’apprendimento di tutto ciò, dipende da quali risorse ha a sua disposizione chi insegna e più ancora chi impara. Dall’età di sviluppo di quest’ultimo, dalla necessità o meno di soffermarsi su di una o l’altra modalità, prima di passare oltre, anche in considerazione del massimo uso che quel modo di scrivere o leggere rivestirà nella vita futura.
Strumenti
Per un disabile della vista, la tavoletta, il punteruolo e la carta braille, equivalgono alla penna ed al foglio per un normovedente.
Questa modalità di scrittura necessita di un assetto posturale specifico, così come chi impara a suonare il pianoforte apprende quanto sia importante la posizione del busto, delle braccia e delle mani sulla tastiera. Anche l’apprendimento dell’uso della dattilobraille prevede un assetto posturale corretto e condizioni percettive ed attentive facilitanti.
Attualmente molti bambini vengono avviati alla scrittura, direttamente apprendendo l’uso della macchina dattilobraille. Ciò, in molti casi risulta la soluzione più idonea, anche perché la scrittura del braille a mano, presuppone alcune competenze immaginative e motorie fini, che non sono presenti in alcuni bambini.
Per questo motivo, evitando di rallentare l’insegnamento, si preferisce rimandare l’insegnamento della scrittura a mano, in tempi successivi, riservandole un ruolo di minore importanza rispetto a quanto si faceva nel passato.
Inoltre importante sottolineare che esistono numerosi vantaggi dell’inserimento di ausili informatici specifici per la lettoscrittura.
La tifloinformatica, disciplina che si occupa della applicazione a disabili della vista degli ausili tecnologici più avanzati, può dare un enorme contributo alla didattica, a patto che non vengano utilizzati acriticamente metodi, criteri, mezzi e strumenti tipici della tifloinformatica per gli adulti.
Dunque al momento opportuno, nella vita di un bambino faranno la loro comparsa il personal computer con il lettore di schermo il display braille, la tastiera Querty, lo scanner, la stampante in nero, la stampante braille, il tablet, lo smartphone, ecc ecc .
Scrivere a mano
La scrittura del braille a mano si effettua sul retro del foglio perché con il punteruolo si producono degli incavi e non dei rilievi, ossia si lavora dalla parte posteriore per creare puntini a rilievo.
Conseguentemente, si scrive da destra verso sinistra, come chi scrive in lingua araba.
Per leggere si deve estrarre il foglio dalla tavoletta e girarlo sulla faccia posteriore.
La scrittura manuale in braille presuppone una buona coordinazione bimanuale complementare, con la mano destra che esegue la scrittura e la sinistra, specialmente l’indice, che funge da controllo del movimento e dell’orientamento sul foglio e nei casellini dei singoli caratteri.
Come per la scrittura in nero, anche quella in braille presuppone un lungo allenamento per poter affinare i movimenti e velocizzare le operazioni. La energica pressione esercitata con il punteruolo, che deve essere impressa dall’alto verso il basso perpendicolarmente al foglio, va calibrata e bilanciata.
La scrittura a mano presenta la caratteristica dell’inversione speculare del verso di scrittura del carattere che, rispetto a quello in lettura, è ruotato sull’asse verticale.
Concretamente, la lettera “a“ che è costituita da un puntino in rilievo in alto a sinistra, deve essere scritta punzonando un puntino in alto a destra, proprio perché quando si gira il foglio per leggere, le posizioni laterali si ribaltano.
La necessità di saper compiere una rotazione mentale, di pensare ad un foglio ed al suo retro, immaginando come diventano i caratteri quando essi sono ribaltati, è una caratteristica dei processi cognitivi che sono in gioco.
Scrivere con La dattilobraille
La macchina dattilobraille può essere considerata l’omologo della macchina da scrivere dei vedenti, e presenta tra gli altri, l’indubbio vantaggio di consentire a chi scrive il controllo del foglio e dei caratteri ivi impressi, senza doverlo ribaltare.
Ciò può avvenire perché la macchina imprime i puntini a rilievo che appaiono posizionati già come essi vanno letti.
Si tratta nella versione base, di uno strumento meccanico, ma ne esistono versioni elettroniche che consentono molte funzioni oltre a quella di scrittura. Alcune dattilobraille elettroniche funzionano anche da stampanti braille e si possono collegare a personal computer.
Esistono tastiere per computer, tablet e per smartphone concepite come la tastiera di una dattilobraille.
Esse sono utili in alcuni casi, quando il passaggio allo strumento informatico è reso più problematico dall’acquisizione di una ulteriore modalità di scrittura, quella della tastiera alfanumerica QWERT, la quale potrebbe creare dei problemi di iperstimolazione ad alcuni ragazzi percettivamente atipici.
La dattilografia braille si esegue premendo un tasto per ciascuna delle sei posizioni possibili dei puntini del carattere. Le mani non si spostano da un tasto all’altro, come nella dattilografia in nero, bensì ciascun dito è posizionato su di un solo ed unico tasto.
La macchina dattilobraille presenta i 6 tasti con i quali si imprimono i puntini, quasi allineati orizzontalmente, con i tasti comandati dagli anulari leggermente più in basso a causa della differente lunghezza delle dita della mano, per dare una maggiore ergonomicità.
Il carattere braille, che come abbiamo visto è strutturato su due colonne di tre righe di puntini, viene per così dire “spaccato a metà“, le colonne vengono orizzontalizzate, i puntini appartenenti alla colonna sinistra sono realizzati dalle dita indice, medio ed anulare della mano sinistra, mentre quelli della colonna destra sono realizzati dall’indice, medio ed anulare della mano destra.
La dimensione verticale viene così completamente orizzontalizzata e precisamente, per entrambe le mani, gli indici imprimono i puntini in alto, i medi imprimono i puntini in posizione media e gli anulari imprimono i puntini che si trovano in basso rispetto alla matrice 2×3.
Dal punto di vista immaginativo, anche con la scrittura tramite la dattilobraille occorre eseguire un’operazione cognitiva di tipo spaziale. Mentre nella scrittura a mano ci si trova nella necessità di effettuare una rotazione mentale sull’asse verticale, nella scrittura a macchina si deve svolgere una traslazione verticale/orizzontale.
Questo tipo di operazione, che descritto qui astrattamente appare molto complesso, può essere anche appreso in modo intuitivo dai bambini, con molto esercizio pratico.
La dattilografia braille si avvale della pressione delle dita di entrambe le mani, che si devono muovere simultaneamente e non in successione, come invece si deve fare nella dattilografia in nero.
Nell’armamentario degli strumenti per leggere, scrivere e far di conto in braille, non si può evitare di citare la “dattiloritmica“, ausilio importantissimo per la matematica, specialmente per lo svolgimento delle operazioni aritmetiche in braille.
Il codice braille e le sue particolarità
A questo punto appare necessario un inciso che non riguarda gli strumenti ma alcune caratteristiche del braille in quanto codice alfanumerico.
Tutti gli apprendimenti e le operazioni che, nella scrittura in nero, si basano su di un codice simbolico e sulla posizione dei simboli grafici nello spazio, come ad esempio la matematica, la scrittura di uno spartito musicale, devono essere considerati con attenzione, perché tali compiti vanno spesso modificati nella loro esecuzione e nella codifica.
Ciò perché il braille non si presta ad essere usato attraverso collocazioni spaziali e posizionali del carattere. In braille si scrive e si legge in sequenza orizzontale e tutte le operazioni sono tradotte in modo lineare.
Ad esempio, una tipica informazione che si può esprimere nella scrittura in nero utilizzando un codice spaziale e posizionale è la frazione: tutti sappiamo che le frazioni si scrivono ponendo al di sopra ed al di sotto di una linea gli elementi del numeratore e denominatore, in questo modo, secondo dove si scrivono le cifre, si comprendono i significati della frazione.
Lo stesso vale per la musica, sappiamo tutti che le note in nero sono posizionate sui righi e negli spazi del pentagramma, e che esse hanno un significato assai differente secondo dove esse sono poste.
Tutto questo non può funzionare in braille, e specialmente non può funzionare utilizzando il tatto che è assolutamente analitico e non si giova di alcune informazioni specifiche di posizione e struttura spaziale globale.
Così se dobbiamo scrivere musica o matematica, anche molto elementari, in braille, dobbiamo dimenticare qualsiasi metafora di posizione verticale, e scrivere tutto di seguito come un discorso o una filastrocca, con un inizio ed una fine.
Da ciò deriva che la massima attenzione dell’insegnante dovrà essere rivolta alla comprensione e alla necessaria modificazione del linguaggio matematico, dalle elementari fino all’università.
Scrivere e leggere il braille con il pc
Ritornando alla disamina degli strumenti di scrittura del braille, così come è possibile produrre un testo stampato in nero attraverso il computer, allo stesso modo si può ottenere il medesimo risultato in braille, collegando una stampante braille al nostro PC.
In questo caso, la tastiera del computer sarà usata comunemente con la tecnica dattilografica che tutti conosciamo.
Va data la massima attenzione all’insegnamento della posizione delle dita sulle varie righe della tastiera “QWERTY“ ed al riconoscimento della posizione senza l’ausilio della vista, così come fanno i bravi dattilografi(anche vedenti).
Ciascun documento in formato testuale può essere stampato in braille, attraverso stampanti industriali o da casa.
È possibile trasformare in forma di caratteri braille il contenuto di un qualsiasi display o monitor, ad esempio il testo che appare sul monitor del computer.
Ciò è possibile collegando a questi apparecchi, opportunamente dotati di appositi programmi, un display braille.
Con un display braille si può gestire un computer e comodamente svolgere compiti legati specialmente a codici linguistici come le lingue straniere o la musica, la chimica o la matematica.
Un display braille funziona più o meno nel seguente modo: su di una barra di celle si alzano o si abbassano automaticamente piccoli punti in rilievo a formare i caratteri braille.
È importante sottolineare, per chi vorrà approfondire l’argomento, che il braille elettronico è costituito da caratteri non di sei ma di otto punti, organizzati sempre in due colonne ma di quattro righe.